Scelte

2009-11-27 by

oggi ho capìto che in questo Paese non c’è speranza. Nessuna. Non miglioreremo mai più, il nostro baratro è senza fondo.


Cosa sarà accaduto di tanto tremendo, direte voi? Ebbene oggi, durante la pausa pranzo, ho guardato una di quelle trasmissioni TV che si ripropongono di tastare il polso al Paese, parlando dei cosiddetti “temi d’attualità”; la trasmissione è su RaiDue e non ho idea di come si chiami né la trasmissione, né chi la conduce, ad ogni modo è quella in cui spesso sono ospiti Alessandra Mussolini, Vittorio Sgarbi ed il tizio dell’associazione consumatori che urla sempre.



Orbene, quest’oggi l’argomento era il fatto che il Senato Italiano ha respinto l’immissione sul mercato della pillola abortiva. Non voglio qui entrare nell’argomento in sé, né è per esso che ho compreso che il nostro è un viaggio senza ritorno; è invece stato merito di una signora intervistata per strada in merito a tale questione, che l’ho capìto: alla domanda se lei fósse o meno favorevole all’uso di questa pillola, la signora ha energicamente espresso la seguente opinione:

“Be’, io sono contraria all’aborto. Sono contraria a questa pillola; io penso che sia una questione troppo personale per poter dare libertà di scelta..

Facebook and Me

2009-11-12 by

I have been adviced since a long time to join the fantastic Facebook social network:
many friends, my girlfriend and some workmates did so, but I always rejected the idea because to me it all appeared like a complete mess, an unusable maze of flash-running useless info, never-ending debates which however suddenly die without a conclusion, and all in all a stupid container of containers, which themselves contained mostly ideas and items produced by pop-culture, to which people adhere or refuse by heart.
Also, it easily became evident that, when the standard media understood the social power of Facebook (several months later than the Internet itself did, as always), it turned into an endless source of non-news such as “Shocking news! A pro-nazi group has been created on Facebook, counting more than 1,000 people!”, which actually means: “We are giving attention to a bunch of idiot teens like there have always been, but Facebook gave them the chance to be finally noticed by the world”. But what’s even worse is the birth of what I call the “impulsive groups”: if something happens or is about to happen, immediately groups pro or against this “something” start to grow, and people start to join them like mad, discuss, debate, struggle, argue.. then.. then another news arrives, and the loop restarts.



Then, 3 days ago, I noticed that Jamendo website created a Facebook application to easily share music on it, so I finally decided to join the network in order to spread my albums. First of all, I was disappointed to discover that the application was in fact just another way to say “Hey, look me! I’m fan of this! Look how I am cool!”, which obviously nobody cares of; then, I tried to created a so called “Business page” for my music, to discover that everything in Facebook is designed to be “created” and viewed by dummies: if you simply want to create a link, you have to load an application, or press some kind of hidden button, and so on. This can acutally be good for dummies, but sorry, I’m not one of them. I would like to actually integrate my Jamendo account into Facebook, to post my RSS feeds to it and by no mean I’m willing to use a “Facebook application” for that; also, I’m not willing to upload my music to a site which copyright policy is so doubtful. No, thanks.



Then I have tried to give a look at the Renoise users group in Facebook, which is exactly what I thought it was, id est: a ton of “Here I am” shouts, to which I added mine, some propaganda links, and that’s all; nothing compared to the enourmous amount of technical resources available on Renoise.com forums, which lead me to the last conclusion: Facebook is a grand mess of superficial, uncategorized information; although it may look highly categorized at first, you will NEVER end in finding something which is not available elsewhere, and everything which is not in the front page is dead and buried forever.



So, in the end, you are welcomed to be my friend on Facebook, if you are actually my friend, and you are welcomed to be a fan of my Facebook artist page, if you like my music, but don’t expect me to interact with that mess. Please respect my opinion.



I acknowledge this is too much words to be read by the standard Facebook reader, and that’s part of the problem.

my FB artist page

riguardo gli assegni bancari

2009-09-03 by

Per mia fortuna, metto raramente piede in una banca.

Ci sono pochi luoghi che odio maggiormente:


  • la sala d’attesa del dottore, nella quale metto piede ancor più raramente;

  • l’ufficio postale, che mediamente qualche volta l’anno mi tocca;

  • un qualsiasi negozio di vestiario;

  • l’elenco potrebbe continuare, ma mi si è già accapponata la pelle e non vorrei avere conseguenze più spiacevoli.

Oggi mi sarebbe toccato cambiare un assegno; una cifra abbastanza irrisoria (almeno per una Banca).

Mi reco fiducioso nella filiale ove il pagante ha il conto, ché mi fu détto, l’ultima volta in cui feci una simile operazione, essere buona pratica per non vedersi rifiutare il pagamento, cosa che già mi pare assurda di per sé.

Giunto in filiale, depositati i vari oggetti metallici e dunque ottenuto al secondo tentativo l’ingresso in banca, scopro che, non essendo io titolare di un conto corrente colà, allo scòpo di vedermi pagato l’assegno avrei dovuto essere in possesso della seguente documentazione:


  • valido documento d’identità, ovviamente ce l’ho

  • tesserino del codice fiscale, che penso un italiano su venticinque milioni pòrti con sé tutti i giorni, mentre i restanti trenta milioni lo hanno quasi certamente smarrito entro la prima settimana di vita.

Bene, io appartengo agli altri quasi trenta milioni che lo hanno smarrito, infatti.

Per una volta, e giuro che a mia memoria è la prima volta che protesto in vita mia ad uno sportello, ho abbozzato una timida protesta: il codice fiscale lo so a memoria, e non vedo davvero quale prova ulteriore della mia identità possa dare un tesserino recante i miei dati anagrafici insieme al mio codice fiscale, che peraltro sono indissolubilmente legàti ed il secondo è ricavabile dai primi: se non si fidano nemmeno di fronte al possesso di carta di identità e patente, entrambe recanti il mio bel vólto ben stampato in faccia, perché dovrebbero fidarsi del tesserino del codice fiscale o, e questo è fantastico, della tessera sanitaria?

Sì, avete capìto bene: se mi fóssi presentato preventivamente con la tessera sanitaria e due documenti di identità, non avrei avuto problemi. Almeno così mi ha détto il tizio, che citava norme antiriciclaggio datate 2007, di cui naturalmente in rete trovo traccia solo in merito al rilascio del blocchetto degli assegni.

Ho inoltre trovato in rete altre sentenze e leggine varie che recitano, tra le altre cose:

una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che la banca non ha alcun obbligo di pagare a vista un assegno dietro presentazione dei documenti normalmente richiesti (carta d’identità o patente e codice fiscale). Questo per l’impossibilità di stabilire la veridicità dei documenti presentati.

Immagino senz’altro che tanto scrupolo non ci sarebbe stato se invece di essere pagato avrei dovuto pagare: addirittura la banca ha pieno diritto di dare per falsa la mia carta d’identità, di darmi insomma del truffatore e ladro di identità, qualora io non sia amico di Ciccio o figlio di Caio (e, essendo io effettivamente figlio di Caio, posso garantirvi che è così), per cui mi domando quali scrupolosi controlli vengano effettuati nel momento in cui un pluripregiudicato si presenti con la carta di identità di un assassino seriale morto 22 anni fa in carcere strozzato dopo 14 anni di galera da un autista uzbeko accusato di omicidio e guida in stato di ebrezza, ma dotato di tanto bel contante da depositare.

Tutto questo nel pieno rispetto che nutro nei confronti dei camionisti uzbeki.

Ho un’altra simpatica domanda che faccio come sempre a me stesso: possibile che nel 2009 non esistano forme di pagamento più sicure, rapide ed efficaci dell’assegno? mi dirai: i bonifici. già, i bonifici.. perché non i bonifici? cioè, se esistono i bonifici, perché esistono ancóra gli assegni?
E perché, dato che saranno orientativamente 500 anni che le banche fanno problemi a pagare un assegno, non si è pensato di sostituirlo con altro metodo?

Infine, ho un’ultima raggelante domanda: com’è possibile che, per ricevere del denaro, io debba fare tutto questo, quando poi c’è gente che riesce a rapinare delle filiali avendo in mano un temperìno?

aggiornamento: mi sono presentato oggi, cioè il giorno dopo, presso la stessa filiale con la tessera sanitaria richiestami.
Il tizio, sempre lo stesso che mi ha chiesto la tessera, quando ha visto il misterioso documento, ha détto: “huh, ma mo’ ci sta il codice fiscale qua sopra?”. Naturalmente c’era, e naturalmente, una volta lettolo, ha posato il prezioso oggetto che doveva servire ad “anagrafizzarmi”.
PS per il tizio: non ce l’ho con te, davvero.

"Il Dolore delle Rondini" chosen as a soundtrack for Veroli Street Theatre promo video

2009-08-23 by

below you can look at the video which has been produced by Piergiorgio Mariniello to promote the 10th Street Artists Theatre in Veroli, Italy.

The video features my song “Il Dolore delle Rondini” as soundtrack. I thank him for choosing my song he found on Jamendo.com

Download MP3 (6:45min, 6MB)

youtube link to the video

New Album: "Devil's Stare"

2009-08-19 by

This is my 12th self-produced album. It is an orchestral suite based on the idea of a visitor in a museum who, while walking through the paintings showing not so much interest, gets stuck in front of a painting on a corner of which, the face of a devil starts looking at him.

The visitor feels like he is being “sucked” into the painting and a very strange and uncomfortable voyage begins..

  


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